Tim, vincono gli utenti: multa di 7,6 milioni di euro | I motivi

Buone notizie per gli utenti stufi delle continue chiamate dei call center a casa e sul telefonino: per Tim la musica ora cambia.  

7,6 milioni di euro: a tanto ammonta la multa che Tim dovrà pagare. A stabilirlo è il Garante per la Protezione dei Dati Personali, dopo le numerose segnalazioni relative ad attività di call center abusivi. Il colosso nazionale delle telecomunicazioni è stato ritenuto colpevole di non aver sorvegliato abbastanza. E nulla è valso sostenere, da parte della difesa, che i call center in questione non erano direttamente gestiti dall’azienda.

Tim multa 7,6 milioni euro
Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha comminato la multa dopo le numerose segnalazioni relative ad attività di call center abusivi. (Moneystuff.it)

Il Garante ha contestato in particolare la “non adeguata sorveglianza” da parte di Tim “sui call center abusivi, estranei alla sua rete ufficiale, ma anche ulteriori aspetti. A esempio il riscontro talora inadeguato alle richieste di esercizio dei diritti degli interessati e l’erronea pubblicazione di dati personali nei pubblici elenchi telefonici senza il consenso degli interessati“.

La mossa del Garante nei confronti di Tim

Le segnalazioni su cui si basa la decisione del Garante – in media 15 segnalazioni alla settimana – riguardavano le telefonate preregistrate o tramite un operatore verso utenze riservate o iscritte al registro pubblico delle opposizioni. Un possibile data breach, o violazione dei dati personali (di un cliente). Presunti contatti telefonici che, usando come pretesto un finto guasto tecnico, spingevano l’utente a passare a Tim.

Tim multa 7,6 milioni euro
Tim era già stata sanzionata in passato per simili violazioni. (Moneystuff.it)

Tim, per la cronaca, era già stata sanzionata in passato per simili violazioni. E il Garante ha dato atto all’azienda di aver compiuto “alcuni importanti miglioramenti”. Ha però aggiunto che occorrono “ulteriori e più incisivi passi verso l’eradicazione di una vera e propria piaga sociale che danneggia gli operatori corretti ed esaspera, ormai a livelli non più accettabili, i cittadini”.

Come detto, l’operatore ha contestato il suo coinvolgimento e la sua responsabilità diretta nelle condotte citate, ma il Garante ha replicato che ogni operatore, “in ragione dei principi di accountability e privacy by design”, deve “porre in essere tutte le iniziative volte a evitare il perpetrarsi di trattamenti illeciti di dati personali” e che “i controlli e le attività di interdizione vanno posti in essere con riguardo ai contratti proposti dalla rete di vendita, verificando con ogni possibile mezzo che essi originino da un contatto regolare e in linea con quanto previsto dalla disciplina di settore”. Altrimenti il “sottobosco” del telemarketing troverà sempre il modo di “finalizzare le proprie attività e realizzare i propri indebiti guadagni economici”.

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