Nuovi aumenti busta paga nella seconda metà dell’anno: ecco quando arrivano e quanti soldi avrai

I lavoratori gioiscono al pensiero di nuovi aumenti in busta paga nel secondo semestre 2023. Scopriamo di più.

La busta paga diventerà più corposa per tanti lavoratori a partire dal mese di luglio. A quanto ammontano gli aumenti?

Aumenti in busta paga da luglio
Nuovi aumenti in busta paga, ecco cosa sapere – Moneystuff.it

Da mesi si chiede a gran voce un aiuto economico da parte dello Stato per affrontare il costo della vita attuale. Con gli stipendi erogati in Italia non è semplice riuscire a fronteggiare tutte le spese. A differenza dei prezzi dei beni e servizi, infatti, le retribuzione non hanno avuto nessun incremento. Almeno fino ad ora.

Il Governo Meloni ha deciso di applicare un ulteriore taglio del cuneo fiscale per far crescere le buste paga dei lavoratori. Beneficiari sono coloro che percepiscono importi inferiori a 1.923 euro al mese (25 mila euro all’anno). La percentuale del taglio ha raggiungo il 7%. Per chi ha redditi tra i 25 mila e i 35 mila euro, invece, con stipendi fino a 2.692 euro il taglio ha toccato quota 6%.

Queste percentuali si traduco nella busta paga in aumenti di poche decide di euro. Ma fortunatamente ci sono altre novità in vista.

Aumenti in busta paga, a quanto ammontano nel secondo semestre

Il Governo sta lavorando ad una nuova Riforma Fiscale che dovrebbe aumentare gli stipendi dei cittadini grazie ad una revisione delle aliquote IRPEF. L’intento è diminuirle da quattro a tre. Una prima ipotesi è adottare un aliquota del

  • 15% per redditi fino a 15 mila euro,
  • 27% per redditi tra 15 mila e 50 mila euro,
  • 43% per redditi oltre i 50 mila euro.
aumenti in busta paga
I motivi dell’aumento degli stipendi – Moneystuff.it

Se questa strada verrà seguita i maggiori beneficiari sarebbero i lavoratori con redditi tra 28 mila e 50 mila euro annui dato che l’aliquota avrebbe una differenza di 8 punti percentuali. Nessun aiuto per i più poveri. La seconda ipotesi suddivide le aliquote nel

  • 23% per redditi fino a 28 mila euro,
  • 33% per redditi tra 28 mila e 50 mila euro,
  • 43% per redditi oltre i 50 mila euro.

In questo modo si avvantaggerebbero tutte le fasce, inclusi i lavoratori con redditi più bassi. Tradotto in cifre 200 euro di tasse in meno per chi ha redditi fino a 25 mila euro e 700 euro per chi ha redditi maggiori. La terza ipotesi non aiuterebbe chi rientra nella fascia fino a 15 mila euro mentre la quarta (23% da 8.500 a 28 mila euro, 35% fino a 50 mila e 43% oltre i 50 mila) agevolerebbe notevolmente solo i redditi medio bassi. 

Ricordiamo che sarà più alta anche la tredicesima per effetto del taglio del cuneo fiscale (al 3%, non al 7%). Una decina di euro che potrebbero aumentare se venisse applicata una detassazione ulteriore sulla mensilità aggiuntiva.

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