Crediti del lavoratore dipendente: la prescrizione ti fa perdere tutto | Tempi e rischi di questa stangata

I dipendenti hanno un preciso termine per richiedere il pagamento di stipendio, straordinari, arretrati e TFR, scaduto il quale scatta la prescrizione.

Anche i crediti da lavoro dipendenti sono oggetto di prescrizione. Questo vuol dire che il lavoratore non può pretendere il riconoscimento degli importi spettanti dopo un determinato periodo di tempo.

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I crediti da lavoro dipendente si prescrivono (moneystuff.it)

L’art. 2948 del codice civile stabilisce che le somme non versate dal datore di lavoro al dipendente, con cadenza annuale o infra-annuale, e le indennità dovute in seguito alla cessazione del rapporto di lavoro, si prescrivono in 5 anni.

Nel primo gruppo rientrano gli stipendi arretrati e non percepiti, gli straordinari e la tredicesima/ quattordicesima. Del secondo gruppo, invece, fanno parte il TFR e l’indennità sostitutiva del preavviso. Il termine di prescrizione è, invece, di 10 anni, per i seguenti crediti: risarcimento del danno contrattuale (come il danno derivante da licenziamento illegittimo, mancato godimento delle ferie o del riposo settimanale) e risarcimento dei danni da mancata contribuzione.

L’art. 2935 del codice civile sancisce che il termine di prescrizione di 5 anni decorre dalla data in cui il diritto alla prestazione può essere fatto valere, cioè dalla scadenza del termine per l’erogazione del credito. Di conseguenza, la prescrizione dovrebbe intervenire, almeno per gli stipendi, a partire dalla mensilità seguente.

Per evitare che tale situazione possa inibire il lavoratore e rischiare che non voglia far valere i propri diritti per non essere licenziato, è intervenuta la Corte di Cassazione. I Giudici hanno sottolineato che la prescrizione dei crediti dei lavoratori dipendenti decorre solo dopo la cessazione del rapporto di lavoro, a prescindere dalla circostanza che questa si verifichi in seguito a pensionamento, licenziamento o dimissioni.

Come opera la prescrizione? Le regole per ottenere in modo sicuro i crediti da lavoro

In base alla legge, il lavoratore dipendente ha 5 anni a disposizione per esigere i propri crediti nei confronti del datore, a partire dalla cessazione del rapporto di lavoro. Dunque, finché è assunto può decidere di non agire nei confronti del datore, anche perché potrebbe subire dei pregiudizi. Può aspettare che l’attività lavorativa si interrompa per licenziamento, dimissioni o pensione e, solo successivamente, può pretendere quanto dovuto.

Crediti del lavoratore dipendente
Il dipendente può evitare la prescrizione dello stipendio – Moneystuff.it

L’importante è agire entro 5 anni dalla fine del rapporto di lavoro.

Allo stesso tempo, il dipendente ha la facoltà di interrompere il decorso del termine di prescrizione in modalità differenti:

  • tramite un sollecito di pagamento, cioè una diffida scritta con raccomandata A/R oppure PEC. In questo caso, la prescrizione si interrompe e inizia a decorrere di nuovo dal giorno successivo, per ulteriori 5 anni, al termine dei quali può esserci una nuova interruzione;
  • con un’azione giudiziale e, dunque, con la notifica di un atto di citazione oppure di un decreto ingiuntivo. In caso di processo, la prescrizione cessa fino al termine dello stesso e la sentenza di condanna si prescrive in 10 anni. Per il decreto ingiuntivo, invece, il termine di prescrizione decorrere daccapo dal giorno successivo alla sua notifica e ha durata decennale;
  • attraverso un atto di riconoscimento del debito da parte del datore di lavoro (per esempio, una promessa di pagamento oppure un invito di dilazione o saldo e stralcio);
  • con una comunicazione alla controparte della richiesta del tentativo di conciliazione.
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