Anche a luglio si potrà continuare a beneficiare del Reddito di Cittadinanza, ma questa possibilità sarà riservata solo ad alcune categorie.
A luglio scadranno i 7 mesi di validità del Reddito di Cittadinanza e, già da agosto, molti soggetti non potranno più ricevere il sussidio. Alcuni nuclei familiari, tuttavia, continueranno a percepire la prestazione fino a dicembre 2023, dopodiché verrà abolita e sostituita con l’Assegno di Inclusione.
Rientrano tra i fortunati percettori i nuclei familiari in cui ci sono figli minorenni a carico, over 60 e soggetti affetti da disabilità media o grave o non autosufficienti. Per essi, infatti, l’erogazione della misura economica non si interromperà ad agosto, ma alla fine dell’anno.
È il Decreto Legge n. 4/2019 a specificare quali famiglie saranno destinatarie del Reddito di Cittadinanza fino al 31 dicembre 2023. La Legge di Bilancio 2023, al comma 318 , art. 1, ha abrogato gli articoli da 1 a 13 del Decreto Legge n. 4/2019 e, di conseguenza, il sussidio economico introdotto quattro anni fa dal Governo Conte cesserà di esistere dal prossimo anno.
Le differenze tra Assegno di Inclusione e Reddito di Cittadinanza sono relative soprattutto al calcolo del parametro della scala di equivalenza, cioè del coefficiente che serve a determinare il reddito minimo alla base dell’erogazione del beneficio economico.
Rimane, invece, invariato il limite ISEE, pari a 9.360 euro. Ma non tutti i percettori del Reddito saranno automaticamente titolari dell’Assegno di Inclusione.
Reddito di Cittadinanza e Assegno di Inclusione: le principali differenze
La peculiarità che differenzia il Reddito di Cittadinanza dall’Assegno di Inclusione è la distinzione tra soggetti “occupabili” e soggetti “non occupabili”; soltanto i secondi, infatti, potranno usufruire della nuova misura a partire dal 1° gennaio 2024.
Restano, invece, salvi i nuclei con minori, over 60 e disabili.
Nello specifico, i giovani tra i 18 e i 29 anni appartenenti a famiglie che ricevono il Reddito di Cittadinanza che non hanno concluso il ciclo di istruzione obbligatoria fino ai 16 anni, perderanno il sussidio.
Ma il diritto all’Assegno decade anche nel caso di rifiuto della prima offerta congrua di lavoro. In che modo un’offerta viene considerata congrua o meno? I parametri di riferimento sono vari. Il primo è la coerenza tra l’offerta di lavoro, le esperienze lavorative maturate in precedenza e le competenze possedute.
Si considera, poi, la distanza. Nello specifico, il luogo di lavoro deve trovarsi entro 80 km dall’abitazione dell’interessato e deve essere raggiungibile attraverso i mezzi pubblici in massimo 100 minuti. Un altro elemento determinante è la durata dello stato di disoccupazione, perché più è duratura e più elevato è l’obbligo di accettare l’offerta. La retribuzione, infine, deve essere almeno il 10% in più dell’ammontare del beneficio spettante.